
Stigma: come affrontare il «veleno» contro le malattie mentali
L’articolo esplora il potente stigma sociale che circonda le malattie mentali, un fenomeno che alimenta pregiudizi, colpevolizzazione e isolamento per chi ne soffre, ostacolando l’accesso alle cure e aggravando la sofferenza. Il termine “stigma” viene utilizzato per descrivere l’etichettatura negativa associata ai disturbi psichiatrici, un marchio di vergogna che contribuisce a negare la dignità di malattia a patologie come la depressione, la schizofrenia, e i disturbi d’ansia. A differenza di altre malattie fisiche, i disturbi psichiatrici sono spesso considerati sintomi di debolezza o cattiva volontà, e ai pazienti viene talvolta detto di “sforzarsi”, ignorando la natura invalidante di questi disturbi.
“Lo stigma è implicito nella parola “mentale” che ghettizza rispetto alle altre sofferenze del corpo. […] La gente non sa che la maggioranza dei tossicodipendenti, e curati, smette. […] Ma i disturbi di cui ci occupiamo non sono come l’Alzheimer, privo di una possibile remissione.”
L’articolo discute come il concetto di “pazzia” sia ormai obsoleto, sostituito da diagnosi precise come la depressione, l’ansia e la schizofrenia, che richiedono trattamenti specifici e, in molti casi, rimedi efficaci. Tuttavia, il pregiudizio persiste, e spesso le persone con malattie psichiatriche evitano di cercare aiuto per paura di essere stigmatizzate. Esperti come Stefano Pallanti e Massimo Biondi evidenziano che lo stigma è radicato anche nelle istituzioni e tra i professionisti, che spesso non riconoscono la possibilità di guarigione e, di conseguenza, trattano i pazienti come se fossero destinati a vivere con la malattia per sempre. Pallanti sottolinea come lo stigma sia perpetuato anche dalle politiche sanitarie, come nel caso dei rimborsi per antidepressivi e psicofarmaci, che sono stati a lungo insufficienti in molti paesi.
Anche all’interno delle comunità e delle famiglie, i pazienti si trovano ad affrontare emarginazione e rifiuto, con il rischio di isolarsi ulteriormente e di non proseguire le terapie. Andrea Fagiolini denuncia le discriminazioni nel sistema sanitario, dove le risorse destinate alla salute mentale sono nettamente inferiori rispetto ad altre aree della medicina, nonostante la gravità dei disturbi psichiatrici. Le malattie mentali non godono dello stesso livello di attenzione e rispetto che si riserva a patologie fisiche, nonostante i progressi nella ricerca e nei trattamenti.